LA TERZA FACCIA DELLA MONETA
Le dinamiche che guidano la nostra relazione con il denaro
L’autore è Massimo Bustreo PhD, umanista, psicologo del lavoro e delle organizzazioni. Docente e ricercatore Universitario all’Università IULM di Milano e all’Accademia di Belle Arti di Verona, è autore di numerose pubblicazioni e scritti scientifici e divulgativi.
Questo non è un libro sui soldi, perché parla di fiducia, di relazione, e di decisioni. Questo è un libro sulle persone.
Da questa lettura ho capito meglio ciò che tutti noi compriamo, o pensiamo di comprare, con il denaro. E ancora di più, ho capito cosa vorremo comprare con il denaro, per poi scoprire che spesso ciò che vorremo non è in vendita.
Mi è piaciuta molto la descrizione del dono come un mezzo per creare una relazione, una relazione vera tra persone, ma anche tra aziende e clienti. Un dono che unisce laddove il denaro divide, perché spesso il dono avvia una relazione, mentre il denaro la chiude.
Di seguito puoi leggere la mia recensione di questo libro.
In questo lavoro viene esaminato il nostro rapporto con il denaro partendo dal significato che gli è stato attribuito in passato, sin dal conio delle prime monete, per arrivare al suo ruolo attuale, in un contesto talvolta effimero, virtuale, e dematerializzato.
La prima faccia della moneta è la relazione, per cui il denaro genera una relazione piuttosto particolare, tipicamente una pattuizione “contrattuale”, nella quale avviene uno scambio di beni e servizi a fronte di denaro.
Ma ci sono anche relazioni non basate sul denaro, quelle che hanno alla base il valore del dono. Il dono non è in vendita e quasi sempre è non richiesto, purtuttavia ha una forza dirompente nel creare una relazione, ma anche una obbligazione, più forti di qualunque contratto scritto.
Del resto è sulla forza del dono che si basano molte attività del terzo settore, del no profit, del volontariato, o semplicemente del volersi bene.
La seconda faccia della moneta è la fiducia. Sino a poco tempo fa dicevo pubblicamente che viviamo nell’Experience Economy, adesso dico che ciò che cerchiamo, e desideriamo nel nostro più profondo, non è l’esperienza, è la fiducia. Noi vorremo vivere nella Trust Economy.
E del resto cosa sono Airbnb, Uber, BlaBlaCar, e tutte le piattaforme di sharing, se non delle entità basate sulla fiducia? Fiducia che però non viene garantita dalle piattaforme medesime, ma da chi quelle piattaforme le utilizza, tramite le recensioni.
Pertanto così come in Facebook i contenuti vengono generati da chi Facebook lo utilizza, allo stesso modo nelle piattaforme di sharing la “garanzia” è fornita da chi la ha utilizzata prima di noi, peccato però che siano le piattaforme a guadagnare. E per dirla tutta in queste piattaforme si condivide ben poco, come dice Alec Ross nel libro Il nostro Futuro, ““In realtà, nell’economia della condivisione nessuno condivide niente. La puoi chiamare anche economia della condivisione, ma non dimenticare la carta di credito.”
E cosa è la Blockchain se non un mezzo per avere fiducia in un ambito nel quale chi quella fiducia dovrebbe garantirla non è più credibile come una volta? E non mi riferisco solo al mondo finanziario, ma anche a tutti i contesti dove debba essere garantita la rintracciabilità lungo tutta la catena di valore, dalla progettazione alla produzione/erogazione, alla distribuzione, all’utilizzo.
Sapere esattamente i movimenti di un flusso di denaro risponde concettualmente al conoscere esattamente l’origine di quello che diamo da mangiare ai nostri figli. E a questo punto mi torna in mente una pubblicità del passato.
La terza faccia della moneta è la decisione. E questa faccia è quella che tutti coloro che si relazionano con dei clienti, che sono, ricordiamolo, delle persone, dovrebbero ricordare sempre ogni notte prima di addormentarsi.
Le decisioni che non vengono decise, le decisioni alla base del comportamento irrazionale, le illusioni di aver deciso, il non decidere che è essa stessa una decisione, sono tutte dinamiche fondamentali per impostare adeguatamente la relazione tra aziende e clienti.
E ancora, le dinamiche di rimpianto e rimorso, il valore del tempo, il ruolo del prezzo, e il ruolo delle informazioni che possediamo e non possediamo, sono tutti elementi che influenzano e motivano le nostre decisioni.
E chiudo questa mia riflessione con una frase del libro, “…oggi cerchiamo sempre più luoghi di consumo in cui incontrare altre persone (non altri consumatori come nell’ipermercato), luoghi in cui trovare un servizio (non solo un prodotto) che possa rassicurarci del suo esser li anche domani.”
Penso abbia capito che questo è un libro che vale la pena di essere letto. Puoi anche leggere qui 20 pagine di anteprima prima di acquistare il libro.
A presto
giancarlomocci.com